Erasmus KA1 ACCREDITATION codice progetto: 2024-1-IT02-KA121-ADU-000211303
- Tipologia mobilità: CORSO
- Durata 7 giorni (5 di corso + 2 di viaggio)
- Periodo: dal 16 al 22 febbraio 2025
- Destinazione: MALTA
- Topic: POTENZIAMENTO della LINGUA INGLESE l
DIARIO DI BORDO MALTA
Barbara Michelerio
16.02.25 – giorno 1- IL VIAGGIO
La partenza per l’Erasmus+ verso Malta è prevista alle 15.15 dall’aeroporto di Linate. Ed è proprio al gate che incontro per la prima volta alcuni di quelli che saranno i miei compagni di viaggio.
Non si tratta ancora del gruppo al completo. L’organizzazione dell’esperienza infatti ci ha lasciato una certa autonomia per quanto riguarda trasporti e sistemazione, dunque ciascuno ha fatto da sé, dando vita a tre gruppi da aeroporti differenti, anche se alloggeremo tutti nello stesso hotel e questo salderà ulteriormente il legame dei partecipanti. Non conosco ancora nessuno di loro, se non teniamo conto delle riunioni online e dei messaggi scambiati sui gruppi Whatsapp. Siamo tutti docenti che dividono il proprio impegno tra scuola diurna e corsi serali per adulti. Dunque il primo giorno si contraddistingue per la conoscenza e il primo impatto, non solo con i colleghi, ma anche con Malta. Ci troviamo a Pembroke, una zona vicino a St. Julian, ma non lontana dalla capitale La Valletta. Malta è un’isola molto piccola e le distanze sono quasi tutte a misura d’uomo. Un aspetto che ha caratterizzato positivamente la mobilità fin da subito è stato lo scambio di idee, metodi e valori condivisi, ma anche l’opportunità di evidenziare la specificità di ciascuna scuola di appartenenza che siamo lì a rappresentare. Non è stato un caso infatti se noi partecipanti abbiamo legato immediatamente, in alcuni casi ancora prima di salire sull’aereo e questo ha reso l’esperienza, già interessante di per sé, ancora più arricchente.
17.02.25 – giorno 2 – INIZIO DEI CORSI e MDINA e RABAT
La mobilità Erasmus+ prevede principalmente un breve corso di inglese presso l’Atlas School of English, una scuola di lingua ben conosciuta per la sua qualità didattica, situata a Swieqi, una zona tranquilla e ben collegata. I corsi, suddivisi in vari livelli da principiante ad avanzato, hanno garantito a ogni partecipante il gruppo giusto per le proprie esigenze. Un test scritto pre-artenza e una prova di speaking al nostro arrivo, hanno determinato lo smistamento dei docenti nelle varie classi. Tra quelli del mio gruppo, sono l’unica nel corso livello C1-Adavanced, il che può rivelarsi un vantaggio. Seguire un corso in cui non sono presenti connazionali può infatti rendere lo studio più efficace, obbligando a un’immersione totale nella lingua straniera, senza possibilità di ricorrere alla propria lingua madre nei momenti di difficoltà. È provato che questo è il modo migliore per apprendere. Un altro punto di forza di questo viaggio è stato la possibilità di entrare in contatto con diverse culture e, di fatto, conoscere persone provenienti da tutto il mondo. Nello specifico, io condivido la classe con Messicani, Venezuelani e Giapponesi, di età differenti e in viaggio per i motivi più disparati. Credo sia importante per ogni docente confrontarsi con l’interculturalità, per formarsi adeguatamente nella gestione di classi che, ogni giorno di più, sono un grande crogiolo di nazionalità differenti. Ritengo che la vera inclusività, nei confronti di chi ha difficoltà sul piano linguistico, nasca solo quando un docente viene esposto in prima persona alle sfide legate alla multiculturalità e alle lingue straniere, solo così l’insegnante si può calare veramente nei panni dello studente straniero e di conseguenza aiutarlo. Malta probabilmente è uno dei luoghi migliori per apprendere questa lezione: l’identità di questo Paese, infatti, consiste nel sentire proprie differenti tradizioni culturali ed etniche. L’edificio stesso in cui ci troviamo è bianco e basso, dall’architettura arabeggiante che contraddistingue gran parte della zona, ma le usanze sono inglesi, così come le prese per la corrente elettrica, e il cibo che viene da tutto il mondo, per non parlare della lingua locale che è un misto di inglese, spagnolo e turco: per salutare, come a Istanbul, si dice infatti Merhaba. All’Atlas School le lezioni si svolgono tutte le mattine dalle nove alle tredici, con una piccola pausa a metà mattinata. Queste ore sono strutturate sempre più o meno nello stesso modo, vocabolario specifico su un tema alla volta, listening, reading and comprehension per valutare l’uso dei vocaboli appena studiati, un po’ di grammatica e infine conversazione finalizzata a mettere in pratica ciò che è stato appreso durante la lezione. Il mio corso non è semplice, non solo dal punto di vista dell’uso della lingua, ma anche quanto a contenuto. Ci viene richiesto infatti, non solo di esporre, ma anche di dibattere e argomentare su temi talvolta complessi. Nonostante ciò, essere inserita in un corso di livello superiore rispetto alle mie competenze linguistiche mi sembra un’ottima possibilità di misurarmi con i miei limiti, nonché per cercare di superarli di volta in volta. Le attività dunque sono molto intense, ma ciò non impedisce al gruppo di organizzare, nel tempo libero, delle piccole gite alla scoperta del Paese, altra parte importante dell’esperienza per incrementare le nostre competenze. I partecipanti in totale sono dodici e ovviamente non è possibile accontentare le esigenze di tutti, dunque la scelta più conveniente è dividersi in piccoli gruppi. La prima tappa del mio gruppo è la città fortificata di Mdina, un sito di grande importanza storica, ma anche suggestivo per le sue stradine caratteristiche e per l’architettura medievale. Dopo un pranzo in zona e una piccola visita del centro, il gruppo si è poi spostato nella vicina Rabat. Qui, soprattutto gli insegnanti di storia, ma non solo, hanno apprezzato la visita lungo le linee difensive della seconda guerra mondiale, le Victoria Lines, nonché il rifugio antiaereo coperto di graffiti, sotto la maestosa cupola del Mosta Dome. Successivamente abbiamo esplorato le catacombe romane di St. Paul, di grande valore storico e religioso. Successivamente abbiamo esplorato le catacombe romane di St. Paul, di grande valore storico e religioso. A differenza di molti altri siti del genere, qui si ha la possibilità di passeggiare in autonomia, senza una guida: è stato suggestivo perdersi per i cunicoli che un tempo per cristiani sono stati luoghi di preghiera e sepoltura. Su questa esperienza illuminante ho tenuto una lezione nelle mie classi una volta rientrata in Italia. La giornata si conclude in bellezza con uno spostamento verso il nord dell’isola, dove si trova uno dei punti panoramici più suggestivi e lì, dopo una rapida arrampicata, ci troviamo di fronte a uno dei tramonti più belli di questo viaggio: rocce, mare, terra arida e rossa, cielo e nuvole. Scattiamo qualche foto e restiamo a chiacchierare e a conoscerci meglio finché non scende la notte ed è il momento di rientrare. Per la sera è previsto un aperitivo organizzato dall’Atlas School in un locale vicino all’albergo in cui alloggiamo noi italiani, dunque partecipiamo tutti volentieri. Si tratta di un’ulteriore occasione per conoscere persone di differenti culture e fare uso della lingua inglese in situazioni di vita quotidiana. Durante il soggiorno lo studio non si ferma mai, tant’è vero che io stessa, prima di coricarmi, svolgo i compiti assegnati quella mattina. Non c’è molto tempo per riposare, è vero, ma l’obiettivo di questo mio viaggio è imparare il più che possibile per fare uso di queste conoscenze nel mio lavoro quotidiano.
18.02.25 – Giorno 3 – CONVERSAZIONE, MARE E PALAZZI
A Malta, la consueta colazione con il gruppo completo inaugura una nuova giornata. Quest’oggi decidiamo di anticipare la partenza per raggiungere la scuola a piedi, anche se scopriamo che la strada è abbastanza accidentata, ci sono lavori in corso dappertutto e molti attraversamenti pericolosi. Nonostante ciò ci uniamo in tempo ai rispettivi corsi. Per questa mattinata il mio programma prevede un approfondimento sulle regole d’uso del verbo+complemento oggetto seguito da infinito o gerundio. Effettivamente si tratta di un’attività utile, perché i dubbi su questo costrutto spesso compromettono molte conversazioni e me ne rendo conto soprattutto in questi giorni in cui faccio uso della lingua inglese in quasi tutti i contesti. La lezione prosegue con la terminologia che ha a che fare con i metodi di comunicazione e alcuni phrasal verbs, il vero motore della lingua inglese, utili appunto allo scopo. Oggi però le lezioni non finiscono all’una perché dalle 13.30 alle 16.30 ci aspetta il primo incontro di conversazione. In questo caso i partecipanti sono gli italiani del nostro Erasmus, divisi per livelli di inglese affini, il che significa che di tanto in tanto ci appoggeremo all’italiano per farci comprendere dai nostri colleghi e connazionali. L’insegnante del gruppo conversazione non è la stessa del mattino, è una ragazza giovane di origine spagnola, che ha insegnato a lungo nelle scuole di lingua a Londra per poi trasferirsi qui in seguito alla Brexit. Ho avuto modo di riflettere a lungo su questo punto, Malta ora si presenta come rifugio di molte vittime di politiche isolazioniste e avventate. Sono molti sull’isola infatti coloro che sono stati costretti a lasciare il Regno Unito, ad esempio, perché improvvisamente là non c’era più posto per loro. Qui si assiste quotidianamente a una lezione di storia sul campo, oltre che di lingua. Comunque, questo pomeriggio la classe di conversazione ruota principalmente intorno allo use of english, ossia alle cosiddette frasi idiomatiche. Le frasi idiomatiche sono proprie di una determinata lingua o cultura, quindi conoscenze difficili da trasferire a chi quella lingua non la vive nel quotidiano. L’errore più frequente è prendere queste frasi alla lettera, senza cogliere il loro valore metaforico e ulteriore. Dunque ascoltiamo e cerchiamo di utilizzare al meglio i modi di dire inglesi e anche quelli di altre culture del mondo. Si tratta di un modo efficace e anche divertente di imparare, un metodo che potrebbe anche essere trasferito alle lezioni quotidiane di noi docenti in Italia. In quel che resta del pomeriggio il gruppo si divide ancora. Questa volta mi unisco a una docente di matematica di Ovada che, come me, è amante delle camminate. Così ci avventuriamo in una lunga passeggiata a percorrere tutta la costa centro orientale del Paese. Le coste di Malta sono frastagliate, tutte insenature e golfi, e il viaggio lungo quel tragitto è molto più lungo rispetto alla sua versione nell’entroterra. Ma ne vale sicuramente la pena. Prima di tutto attraversiamo la zona forse più turistica e costosa di Malta dove gli alberghi affacciano sulla baia e alcune stanze addirittura possiedono una scaletta per accedere direttamente a una piscina interna. Ma ciò che lascia senza fiato è la parte successiva della passeggiata: in generale lo skyline di questa parte dell’isola è costituito da palazzi scintillanti, a picco sul mare, l’aspetto è quello di una metropoli in uno spazio di dimensioni ridotte, i grattacieli sembrano avanzare e appropriarsi, un boccone dopo l’altro, della natura, tranne la spiaggia arida, piena di crepe, che anticipa il mare. È una terribile storia di urbanizzazione forzata e speculazione edilizia, ma devo ammettere che questo spettacolo, mi fa pensare a una piccola New York o a Bangkok e non posso che rimanere affascinata da un simile contrasto, offerto dalle luci gialle, blu e rosse che si riflettono nell’azzurro dell’acqua e nascondono la linea dell’orizzonte, impedendo allo spettatore di capire la differenza tra terra e cielo. Con gli occhi ancora pieni di questo grande spettacolo, ci uniamo al resto del gruppo per la cena: convivialità, scambio delle rispettive esperienze della giornata, alcuni consigli per i giorni successivi e poi, per me compiti, e un’altra giornata del nostro viaggio si è conclusa.
19.02.25 – Giorno 4 – LA VALLETTA E VIDEOMAKER
Durante la lezione odierna si parla già del test finale che si terrà venerdì e che comprenderà reading, listening, vocabulary, grammar sugli argomenti che abbiamo studiato in settimana, ma anche, a quanto pare, su quelli della settimana precedente. Inoltre l’insegnante ci annuncia che la prova comprenderà uno speaking molto particolare. Ciascuno di noi infatti deve produrre un video in cui parlerà della propria bucket list, ossia un elenco personale di esperienze da fare prima di morire. Il lavoro deve avere anche una valenza comunicativa piuttosto accentuata perché è finalizzata alla diffusione, quindi deve essere divertente, dinamico, dobbiamo usare il nostro volto, ma anche delle immagini efficaci e inserire i sottotitoli, così che tutti possano comprendere al meglio. Il teacher ci mostra degli esempi di video prodotti da studenti del passato e ci fa sapere che il lavoro deve essere consegnato entro il giorno successivo. La lezione poi prosegue al solito modo e nel pomeriggio decido di non rinunciare alla gita con il resto del gruppo, ma nel frattempo mi ritaglio del tempo per il nuovo compito. Il lavoro si rivelerà abbastanza oneroso, ma mi darà la possibilità di sviluppare, oltre alle abilità nell’uso della lingua, anche alcune competenze digitali, di cui sono appassionata per interesse personale e che di solito cerco anche di applicare nel mio lavoro quotidiano in classe. Il programma del pomeriggio prevede una visita a La Valletta, capitale di Malta, nonché uno dei suoi luoghi più emblematici ell’isola. Raggiungiamo la città in bus, così ho modo, durante il viaggio, di scrivere il testo in inglese per il mio video. Una volta giunti a destinazione il gruppo ha l’opportunità unica di visitare gli Upper Barrakka Gardens, un giardino pubblico lungo le mura meridionali della città che offre una vista mozzafiato sul porto, nonché di passeggiare tra le strette vie della città, ricca di chiese barocche, palazzi storici e musei. Particolarmente impressionante la visita alla Concattedrale di San Giovanni, dove abbiamo potuto vedere la Decollazione di san Giovanni Battista di Caravaggio. Questa tela è importante e unica nel suo genere, soprattutto per la particolarità della firma che si trova alla base del sangue fuoriuscito dalla gola del Battista. Dando un’occhiata al navigatore ci rendiamo conto che La Valletta dista solo sette chilometri dall’hotel, poco più di un’ora di camminata. Dunque una parte del gruppo decide di raggiungere il nostro quartiere a piedi ed io mi unisco a loro. Il tramonto è imminente e spero di trovare lungo la strada un panorama abbastanza affascinante per lo sfondo del mio video. Disgraziatamente scegliamo di percorrere la parte interna dell’isola, anziché seguire la costa come il giorno precedente (anche se sull’altro lato). Diciamo che la viabilità non è il punto forte di Malta e noi italiani, poco avvezzi alla guida a destra, ci troviamo sempre ad attraversare dal lato sbagliato della strada. Dunque non trovo un luogo sufficientemente iconico per il mio compito finché non siamo giunti quasi a destinazione. Ormai è quasi buio, ma c’è la luna e poi la spiaggia e i palazzi che riflettono la loro luce colorata sul mare nero. Dunque mi congedo dal resto del gruppo, allestisco un piccolo set e giro il filmato inginocchiata sulla sabbia, tenendo il microfono degli auricolari in una mano (per la qualità ottimale dell’audio) e il telefono per riprendere nell’altra. Ci vogliono un po’ di take prima che il video sia buono: la mano trema, l’inquadratura fugge dall’obiettivo, alcuni passanti, curiosi, si fermano a osservare e un po’ mi distraggono, ma alla fine sono soddisfatta. La giornata si conclude con la consueta cena fuori e il montaggio del video prima di addormentarmi. Consegno il tutto al teacher via mail prima che faccia mattina.
20.02.25 – Giorno 5 – GIOCHI DI CONVERSAZIONE E ACQUARIO
Le ore di lezione mattutina si scandiscono nella consueta modalità, con l’avvicinarsi del fine settimana, sia il gruppo italiano in Erasmus, sia il mio gruppo multiculturale C1, mostrano i primi segni di stanchezza. Immagino che i miei compagni di corso, come me, abbiano fatto le ore piccole per concludere i propri video. Oggi ci concentriamo sul consolidamento/ripasso delle nozioni più ostiche che vedremo nel test scritto del giorno successivo, con particolare attenzione alla grammatica e alle varie costruzioni del periodo ipotetico. L’inglese è una lingua semplice se studiata a livello superficiale, ossia offre sempre la scialuppa di salvataggio adeguata per arrangiarsi in molte situazioni linguistiche, ma ad un livello più alto, si mostra ben più ostica. Il periodo ipotetico nello specifico è molto meccanico, se usato a livello base o intermedio, ma in questo corso mostra tante eccezioni nell’uso di questo costrutto almeno quanto l’italiano (che è nota per essere una lingua complicata da apprendere). Trovo che le riflessioni di questi giorni sulla lingua e sul linguaggio siano molto utili per migliorare il mio lavoro in classe, l’obiettivo di ogni docente di lettere dovrebbe essere insegnare la grammatica in un’ottica comparativa, ossia mettendo a confronto le regole grammaticali di diverse lingue, per fornire agli studenti un quadro più ampio e chiaro. Motivo per cui è importante che anche gli insegnanti di italiano conoscano bene le lingue straniere. Questo pomeriggio è di nuovo prevista lezione di conversazione, questa volta al nostro gruppo italiano se ne unisce anche uno giapponese e l’insegnante ci chiede di proporre dei giochi utili allo speaking. Il primo è il famoso e internazionale Taboo, nel quale, a turno, un componente di ciascuna squadra ha il compito di far indovinare una parola ai propri compagni, ma senza poter pronunciare quelle più ovvie per descriverla. Si tratta di un’attività molto utile ai fini della comprensione di una lingua, io stessa l’ho usata spesso durante i corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana per studenti stranieri. Il grande vantaggio del gioco è che richiede di attingere a tutte le possibilità linguistiche, muovendosi in direzioni non convenzionali, al fine di apprendere l’uso di nuovi vocaboli e nuove strutture grammaticali. Subito dopo, una collega che insegna informatica a Torino, propone di risolvere un codice criptato che, ovviamente, nasconde una frase in inglese. In questo caso sono le capacità logico-matematiche che aiutano a vincere piuttosto che quelle linguistiche. Per ultimo, io stessa propongo un esercizio che svolgo in classe quando mi trovo davanti alunni che ancora non si conoscono. Ciascuno scrive su un foglio un breve aneddoto che lo riguarda, i contributi vengono mischiati e poi letti ad alta voce dall’insegnante. I componenti del gruppo devono indovinare a chi appartenga il biglietto letto di volta in volta. Anche questo è un buon modo, non solo per conoscersi, ma anche per migliorare sempre l’uso quotidiano dell’inglese, rispondere alle domande altrui e narrare. Nonostante la giornata di lezione sia stata lunga, mi concedo ancora una piccola uscita, questa volta in solitaria, dunque prendo un bus diretto verso nord. Si tratta della zona delle spiagge e, penso, nella stagione adeguata, anche di alcuni timidi stabilimenti balneari, ma il mio obiettivo è un altro, ossia visitare l’acquario che si trova nella Baia di San Paolo. Di modeste dimensioni, il luogo offre lo spettacolo di una vasta gamma di pesci, rettili e anfibi autoctoni e non solo. Il pomeriggio si conclude con una passeggiata in zona e una veloce sessione di studio, in previsione dell’esame del giorno successivo, con vista mare. Per quanto riguarda la sera, cena con il gruppo come sempre e poi ancora un po’ di studio prima di coricarsi.
21.02.25 – Giorno 6 – ESAME E VILLAGGIO DEI PESCATORI
La mattinata inizia in fibrillazione per i docenti in Erasmus perché, non solo io, ma tutti i componenti del gruppo, dovranno sostenere l’esame conclusivo, secondo le modalità specifiche previste da ciascun corso frequentato. Il mio dura due ore, diviso nelle parti precedentemente descritte e, a seguire la correzione che svolgiamo in gruppo scambiandoci i fogli dei rispettivi test. Ottengo il punteggio di 73/100 e sono soddisfatta. Anche la valutazione del mio video, che avviene, poco dopo, ottiene una buona valutazione, 16/20, il teacher mi fa sapere che la mia difficoltà più grande dal punto di vista del parlato è la pronuncia tipicamente italiana, nonché la tendenza mia, come di molti dei miei connazionali, a lasciare aperte le sillabe finali di ogni parola, quando la maggior parte di quelle inglesi sono invece chiuse. La mattinata si conclude con una piccola festa, appuntamento fisso ogni venerdì all’Atlas School, per la consegna degli attestati di frequenza e i saluti per chi farà ritorno a casa prima dell’inizio della settimana successiva. Con un po’ di tristezza, ma anche grande soddisfazione, noi italiani ci troviamo tra quelle persone. Gli studenti vengono chiamati a uno a uno e il momento della consegna dell’attestato viene immortalato con la foto di rito di ciascuno studente insieme al proprio teacher. È il momento degli abbracci e degli addii, dello scambio di contatti social con compagni di corso e insegnanti. Scattiamo ancora una fotografia dell’intero gruppo Erasmus con l’attestato tra le mani e poi usciamo per l’ultima volta dalla nostra School of English. La meta odierna è Marsaxlokk, un pittoresco villaggio di pescatori, famoso per le numerose imbarcazioni colorate che dominano sul paesaggio a perdita d’occhio. Dopo un breve viaggio in bus, qui il gruppo ha la possibilità di visitare il mercato e assaggiare alcune specialità tipiche del territorio, nonché fare un piccolo tour in barca lungo la costa. La sera si avvicina e con lei l’ultima cena del gruppo al completo, prima dei doverosi saluti a Malta che ci ha accolti durante questa settimana.
22.02.25 – Giorno 7 – RITORNO E CONCLUSIONI
Alcuni si salutano nella hall dell’albergo, altri in aeroporto, altri ancora arrivati a destinazione, sempre con la promessa di tenersi in contatto e magari di ritrovarsi il prima possibile. Sicuramente non sono facili questi momenti, perché l’affinità tra noi partecipanti, emersa fin da subito per la passione per l’insegnamento che tutti condividiamo, si è accentuata ulteriormente nei giorni successivi, grazie alla possibilità di vivere fianco a fianco questa straordinaria esperienza. Ciò che ciascuno di noi porterà a casa dall’Erasmus+ a Malta è sicuramente l’incredibile opportunità di crescita linguistica e interculturale. Durante il soggiorno abbiamo acquisito una vasta gamma di competenze e conoscenze spendibili in classe, nello svolgimento del nostro lavoro quotidiano. Il principale obiettivo dell’esperienza è stato quello di migliorare la padronanza dell’inglese, e i corsi di lingua hanno fornito gli strumenti necessari per progredire in tutte le aree della lingua, o comunque per costruire una buona base da cui partire per continuare con lo studio individuale. In questo senso ho sviluppato una maggiore sicurezza nel parlare e nell’interagire in inglese, grazie all’attenzione all’uso pratico della lingua stessa durante le lezioni e le attività extracurriculari. Le competenze orali sono migliorate con il supporto dei docenti e dei compagni di studi, attraverso l’impiego della lingua in contesti sia formali, sia informali. Inoltre, la comprensione orale è stata potenziata grazie a sessioni di ascolto, che hanno incluso conversazioni in inglese autentiche, dialoghi e situazioni reali. Anche le competenze scritte si sono fatte più sicure, poiché i corsi si sono avvalsi di attività di stimolo alla scrittura, come la redazione di brevi saggi, email, e risposte a questionari. Un altro aspetto fondamentale che è emerso è stato l’acquisizione di competenze interculturali. L’interazione quotidiana con persone di diverse nazionalità e culture ha permesso agli studenti di sviluppare una maggiore apertura mentale e una comprensione più profonda delle diverse tradizioni e modi di pensare. Questo ha avuto un impatto significativo sulle capacità di adattamento in contesti internazionali e ha arricchito le nostre esperienze sociali e personali. Inoltre, i partecipanti si sono misurati con attività organizzative e di problem solving, infatti l’autonomia richiesta durante il soggiorno, la gestione del tempo tra lezioni, studio e attività sociali, e l’adattamento a un ambiente nuovo e stimolante sono state sfide che hanno contribuito a rafforzare le capacità di autogestirsi e affrontare situazioni complesse. Infine, il confronto con colleghi provenienti da diverse realtà scolastiche ha aiutato a mettere in luce punti di forza e di debolezza di ciascuno nello svolgimento delle rispettive attività didattiche, fornendo occasioni di riflessione a proposito del proprio mestiere, ma soprattutto ha tessuto una buona rete di interazione e di possibili future collaborazioni interscolastiche. Esperienza assolutamente positiva e consigliabile ad altri colleghi, da ripetere in futuro, magari per un periodo più lungo, così da consolidare e approfondire le conoscenze e le competenze appena descritte.
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I.I.S. "LEARDI" 




